mobili di design LAGO a Casa di Raffaele e Benedetta
Questa volta siamo a casa di Raffaele l’architetto, sua moglie Benedetta ed il piccolo Mattia
non è semplice descrivere le complessità e le contraddizioni di questa casa, sarebbe bello chiederlo direttamente a lui, l’architetto, per capire quali sono stati i percorsi mentali e progettuali che hanno portato ad un risultato cosi elegante, minimale e allo stesso tempo non banale e scevro di personalità. Una cosa che colpisce di questa casa è l’uso delle forme pure sia per la scelta delle controsoffittature che degli elementi d’ arredo che vanno a comporsi in un dialogo continuo e sinuoso che non racconta tutto in due minuti, è una casa che si lascia leggere un pò alla volta e ci racconta dei dettagli originali ed insoliti. Termino questo post chiedendo a Raffaele quale è stato l’approccio ad un progetto di ristrutturazione cosi complesso ed audace.
qualche notizia su Lago
Lago, uomo, design, accessibilità
Un’azienda con un concetto di design giovane e fresco.
Non i soliti triti e ritriti designers ma nuove leve dell’Italian design, famoso in tutto il mondo. Sto parlando di Daniele Lago, art director dell’omonima azienda di famiglia.
Proprio quest’ultimo e stato il fautore della trasformazione aziendale e della sua comunicazione. Prodotti ben fatti, a prezzi competitivi ma soprattutto di design. Molti suoi progetti hanno ricevuto premi nazionali ed internazionali e sono stati super pubblicati, ne cito alcuni:
1997 Cassettiera “MORGANA” Menzione speciale Young&Design
1999 Libreria-contenitore “NET” Menzione speciale Young&Design
2000 Letto “SINUE’” Menzione speciale Young&Design
2001 Libreria-contenitore “NET” Selezionato IDot
2001 Stand “Casa su misura” 1° premio
2002 Libreria “TANGRAM” Menzione speciale Young&Design
2002 Libreria “STATICA” 3° premio Young&Design
2002 Libreria “STATICA” Selezionato Biennale BIO.
Alcuni sono veramente nuovi, diversi, emozionanti come il letto sospeso FLUTTUA o il letto morbidoso dall’apparenza rigido ma al tatto morbido. Originale la libreria Net fatta da cubi da cm. 40×40 componibile all’infinito o la mensola STATICA che si basa sul concetto della leva per tenere le mensole dritte. Un’azienda che consiglio in tutti i sensi, qui sotto i riferimenti.
Innanzi tutto grazie Sergio per averci resi partecipi del tuo blog.
Mi piacerebbe aprire questo commento con una citazione che poi è stata il “fil rouge” di tutto il percorso progettuale: “un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e là lo trova” (Gorge Moore).
Si, la casa è il riparo, è il luogo segreto che condividi con tutto quello che hai di più caro al mondo, forse è il luogo che più di ogni altro deve soddisfare le tue esigenze e le tue necessità.
Bene, il progetto parte proprio da un quadro esigenziale abbastanza complesso: la soddisfazione di due specifiche istanze, quella estetica e quella funzionale.
Vorrei partire proprio da quest’ ultima: rispetto allo stato di fatto è stato necessario ribaltare completamente e totalmente le funzioni dello spazio living con quelle della spazio night, per capirci dove ora è il soggiorno ed il pranzo prima c’erano le stanze da letto (l’accesso al giardino esterno avveniva proprio da queste stanze) e dove ora ci sono la stanza da letto principale ed il bagno principale prima c’era il soggiorno…impresa ardua eh? Inoltre non sentivamo nostra una casa organizzata per ambienti separati, stanze che si susseguivano e si affacciavano tutte sul corridoio d’ingresso, avevamo bisogno soprattutto nella zona giorno di un “open space”, avevamo necessità di ragionare in termini di spazio e non di ambienti. Allora il progetto ha avuto come obiettivo un riassetto totale degli ambiti funzionali dell’abitazione senza però sconvolgere la struttura portante esistente….si, inseriamo un altro “ingrediente”, la struttura,…l’edificio ha una struttura in muratura dove ogni setto, da quelli di tamponatura a quelli di tramezzatura è portante, allora ho lavorato con operazioni di “tagli e cuci” attraverso cui si è cercato di valorizzare la spazialità degli ambienti, da qui per esempio è nata la presenza del muro in mattoni rimesso a nudo ma già esistente prima della ristrutturazione che separa ma non divide il living, oppure la “parete bucata” all’ingresso.
Inoltre si è cercato di rendere riconoscibile ogni elemento nuovo inserito: i nuovi tramezzi ed il mobilio usato come divisorio si distaccano dall’esistente sia per matrice geometrica che per linguaggio (approccio più vicino ad un lavoro di restauro che ad una ristrutturazione)…. Il risultato finale?… nella zona giorno un “open space” in cui, però, ogni funzione è caratterizzata dal suo ambito specifico che non interferisce con l’altro e, in caso occorre, il suddetto ambito si può “richiudere” in se stesso con sistemi di pareti scorrevoli divenendo unità autonoma e separata, introducendo, come ulteriore caratteristica del progetto il concetto di “flessibilità” dello spazio progettato.
Ma non basta, diceva Le Corbusier: “l’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione”, per questo la cura del dettaglio, l’uso delle forme pure sia per la scelta delle controsoffittature che degli elementi d’ arredo. Qui va un ringraziamento speciale a Sergio, l’architetto, amico ed accomunati dalla stessa passione per l’architettura.
E’ intervenuto nel processo progettuale aprendoci il mondo “LAGO”, oppure quello ”RIMADESIO” non come “rivenditore” ma come “progettista”, abbiamo vagliato tutte le possibili ipotesi di arredo , perché in spazi complessi è necessario che tutto torni e la flessibilità progettuale, l’eleganza, la leggerezza, il minimalismo di Lago hanno soddisfatto quello che cercavamo.
…un ringraziamento speciale va,inoltre, a Benedetta, …come dicevo all’inizio… un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e là lo trova, bèh io lo trovo tutte le sere che tornando a casa abbraccio lei ed il piccolo Mattia, grazie.
Grazie e te per averci dato la possibilità di pubblicare il tuo lavoro e le immagini di casa tua. A questo punto ti rispondo con una domanda: – che ruolo ha giocato il “materiale” luce in questo progetto? –
La luce nei miei progetti gioca sempre un ruolo di primaria importanza, dici bene, la luce la considero come un vero e proprio “materiale” che va plasmato, modellato, e che a sua volta modella le forme ed i volumi del progetto.
Da qui le scelte, oltre ad i motivi già detti, di collocare il living a sud sud-est, di lavorare il più possibile con uno spazio unico, di valorizzare l’altezza generosa degli ambienti, di non attaccare mai le controsoffittature alle pareti, di lavorare con l’effetto bump-materico dato dalla luce radente sulle pareti ripulite dall’intonaco.
Ho cercato di usare sapientemente anche l’illuminazione artificiale integrata o no alle controsoffittature, considerandola come “accento” all’architettura stessa.
Infine, ma non per importanza, la scelta dei colori e dei materiali del progetto, il bianco per le pareti o per i mobili, il faggio per la pavimentazione, “marcano” la volontà progettuale di smaterializzare i volumi sotto la luce.
La discussione di questo articolo ha preso la fisionomia di un’intervista quindi continuo a farti le domande. Adesso parliamo di numeri, quanto sei riuscito a rispettare i tempi di realizzazione che ti eri prefissato ed in quale misura sei riuscito a tenere sotto controllo il budget di spesa previsto?
I tempi, nelle ristrutturazioni dell’esistente, è sempre difficile rispettarli perché ci può essere sempre il “fattore imprevisto” che è impossibile prevedere con la progettazione. Nel mio caso questo fattore è stata la mancata essiccazione del massetto sotto parquet nei tempi previsti che non ci ha dato la possibilità di montare il parquet (condizioni metereologiche avverse: troppa umidità proprio in quel periodo) e quindi effettuare tutte le operazioni conseguenti al montaggio, ed i tempi sono slittati di circa tre mesi.
L’aspetto economico siamo riusciti a controllarlo abbastanza facendoci fare prima dell’esecuzione delle opere con il progetto ed i dettagli alla mano, dei preventivi, che poi le ditte erano tenute a rispettare.
Parliamo di mobili adesso, come e perchè la scelta è caduta su LAGO e non su un’altra della miriade di aziende di mobili presenti sul mercato?
E’ molto difficile rispondere a questa domanda, perché la scelta è stata abbastanza istintiva, quando vieni colpito da qualcosa o qualcuno inizialmente non ti chiedi il perché, ti piace e basta, poi inizi a ragionare…noi eravamo alla ricerca di mobili di design estremamente moderni e flessibili, Sergio ci ha presentato LAGO nella scelta dei mobili per la camera da letto ed è stato subito amore a prima vista. Nella ricerca degli arredi per gli altri ambienti ci siamo accorti che LAGO con i suoi sistemi era in grado di risolvere ed arredare con soluzioni innovative anche gli altri spazi, questo ha confermato che era l’azienda giusta per noi: il riuscire ad arredare con lo stesso linguaggio tutta casa avrebbe dato al progetto un ulteriore accento di modernità.
La modularità e la personalizzazione delle composizioni sono stati altri elementi che hanno giocato a favore della scelta perchè hanno reso maggiormente progettuale la fase dell’arredo (cosa che agli architetti piace molto).
Nell’usare i mobili, ecco che arriva la risposta all’istanza funzionale (la ragione), sapevamo che avevamo a che fare con mobili di un target alto di design, ma abbiamo constatato che oltre al design c’è anche la “sostanza”, materiali durevoli, trattamenti superficiali a prova danneggiamento.
Per finire, l’attenzione al dettaglio: Mies van der Rohe diceva: ”Nel dettaglio c’è Dio”, LAGO ha sposato questa filosofia in ogni suo prodotto e la pulizia delle linee e delle forme l’ha raggiunta, a mio giudizio, proprio grazie all’attenzione per il dettaglio.
Questi sono i motivi perché la nostra scelta è caduta su LAGO.